ALTRI REPERTI (DAL PERIODO GRECO ALLE GUERRE PUNICHE)
CEPPO D’ANCORA LITICA
N. rif. MUSAS
CAPCOL-10
N. inv.
Descrizione
Ceppo d’ancora in pietra con bracci rastremati e stondati. Incasso centrale.
Misure
cm 170 x 10 x 30
Materiale
Calcarenite (?)
Collocazione
Sabbiera interna Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna (gruppo n. 4)
Provenienza
Area a est/nord-est di Capo Colonna
Datazione
VII – IV a.C.1
Degrado biologico
Bibliografia
MEDAGLIA 2010, p. 269-270 con bibliografia
1 Per una rassegna dei ceppi maggiormente noti, cfr. GIANFROTTA 1975; Id. 1977 e ID. 1982. Su alcuni ceppi litici provenienti da Metaponto e da Locri (utilizzati da dedicanti in ambito cultuale), cfr. BOETTO 1997, pp. 51 e ss.
BIBLIOGRAFIA
Boetto G. 1997, Ceppi litici “sacri” e culti aniconici a Metaponto e a Locri, in Archeologia Subacquea II, pp. 51-64.
Gianfrotta P.A. 1975, Le ancore votive di Sostrato di Egina e di Faillo di Crotone, in La Parola del Passato, 30, pp. 311-318.
Medaglia S. 2010, Carta archeologica della provincia di Crotone: paesaggi storici e insediamenti nella Calabria centro-orientale dalla Preistoria all’Altomedioevo, Ricerche IV. Collana del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Università della Calabria, Rossano.
CEPPO D’ANCORA LITICA
N. rif. MUSAS
CAPCOL-18
N. inv.
Descrizione
Ceppo d’ancora in pietra mancante di un braccio. Visibile la tipica scanalatura di separazione tra i due bracci.
Secondo Strabone lo scalo principale di Crotone si trovava presso l’Esaro che ospitava, probabilmente, un porto canale.
Questo reperto è al momento l’unico indizio dello stazionamento di imbarcazioni nella zona in età arcaica o classica.
Misure
h. cm 90 x largh. cm 27 x prof. cm 17
Materiale
Roccia sedimentaria
Collocazione
Sabbiera interna Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna.
Provenienza
Fiume Esaro
Datazione
VII – IV a.C.1
Degrado biologico
Bibliografia
MEDAGLIA 2010, p. 245
1 Per una rassegna dei ceppi maggiormente noti, cfr. GIANFROTTA 1975; Id. 1977 e ID. 1982. Su alcuni ceppi litici provenienti da Metaponto e da Locri (utilizzati da dedicanti in ambito cultuale), cfr. BOETTO 1997, pp. 51 e ss.
BIBLIOGRAFIA
Boetto G. 1997, Ceppi litici “sacri” e culti aniconici a Metaponto e a Locri, in Archeologia Subacquea II, pp. 51-64.
Gianfrotta P.A. 1975, Le ancore votive di Sostrato di Egina e di Faillo di Crotone, in La Parola del Passato, 30, pp. 311-318.
Medaglia S. 2010, Carta archeologica della provincia di Crotone: paesaggi storici e insediamenti nella Calabria centro-orientale dalla Preistoria all’Altomedioevo, Ricerche IV. Collana del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Università della Calabria, Rossano.
ELMO ARCAICO
N. rif. MUSAS
CAPCOL-38
N. inv.
Descrizione
Elmo arcaico in bronzo di tipo corinzio con paragnatidi fisse e protezione nasale. Doveva appartenere ad un armato imbarcato a bordo di una nave.
Misure
h. centrale frontale cm 29; largh. fronte sopra occhi cm 20
Materiale
Bronzo
Collocazione
Vetrina Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna.
Provenienza
Rinvenuto nel 1931 nel mare a sud di Capo Colonna assieme a due anfore.
Datazione
Età arcaica
Degrado biologico
L’elmo non presenta fenomeni di degrado biologico.
Bibliografia
MEDAGLIA 2010, p. 295, n. 293, nota 1337, con bibliografia; CORRADO 2016, passim, con bibliografia
BIBLIOGRAFIA
Corrado M. 2016, Appunti di archeologia subacquea sulla costa ionica calabrese tra Crotone e Le Castella, in Academia.edu
Medaglia S. 2010, Carta archeologica della provincia di Crotone: paesaggi storici e insediamenti nella Calabria centro-orientale dalla Preistoria all’Altomedioevo, Ricerche IV. Collana del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Università della Calabria, Rossano.
CEPPO D’ANCORA CON DEDICA DI PHAILLOS
N. rif. MUSAS
CAPCOL-48
N. inv.
Descrizione
Braccio di ceppo d’ancora litica con iscrizione dedicatoria di Phayllos in caratteri achei: «di Zeus Meilichios. Phaillos pose». È facile riconoscere nel nome quel famosissimo Faillo che partecipò con una trireme alla battaglia di Salamina e fu tre volte vincitore ai giochi pitici.
Tipica forma trapezoidale arrotondata a bracci rastremati. Presente lo spiccato della scanalatura tra i due bracci.
È possibile che nell’area del ritrovamento sorgesse un edificio di culto dedicato a Zeus Meilichios, divinità legata anche alla propiziazione dei viaggi via mare. Non per nulla Capo Cimiti doveva essere uno dei tre importanti Capi Iapigi degli antichi.
Misure
h. cm 90; largh. cm 57
Materiale
Calcarenite
Collocazione
Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna Nazionale Archeologico di Capo Colonna
Provenienza
Spiaggia a nord di Capo Cimiti. Rinvenuto nel 1934 da un contadino.
Datazione
Inizi V sec. a.C.
Degrado biologico
Il manufatto non presenta fenomeni di degrado biologico.
Bibliografia
Sull’iscrizione cfr. SEG XVII, 442; IACOPI 1952; GUARDUCCI 1967, pp.113-115; GIANFROTTA 1975, pp. 316-318; GIVIGLIANO 1978, pp. 107-108; GlANFROTTA, POMEY 1981, pp. 302-303; MADDOLI 1983, pp. 332-333; GIVIGLIANO 1985, pp. 404-405; JEFFERY 1990, pp. 257-258, 261, 456 n. 22; LAZZARINI 1996, pp. 242-243, 245 n. 4.9; MELE 1996, p. 235; BOETTO 1997, p. 54; LEONE 1998, p. 28; DUBOIS 2002, n. 90; LAZZARINI 2005, p. 269 n. II, l l4; MEDAGLIA 2010, p. 310, n. 339. Per la rassegna delle fonti riguardanti Faillo, cfr. STIER 1938; sul personaggio cfr. CAGNAZZI 1996, pp. 11 ss.
BIBLIOGRAFIA
Boetto G. 1997, Ceppi litici «Sacri» e culti aniconici a Metaponto e a Locri, in Archeologia Subacquea. Studi, ricerche e documenti 11, pp. 51-64.
Cagnazzi S. 1986, Un atleta di Crotone a Salamina, in Miscellanea greca e romana 20, Roma, pp. 11-19.
Dubois L. 2002, Inscriptions grecques dialectales de Grande Greece, II, Genève.
Gianfrotta P.A. 1975, Le ancore votive di Sostrato di Egina e di Faillo di Crotone, in La parola del passato. Rivista di studi antichi, f. 163, pp. 311-318.
Gianfrotta P.A., Pomey P. 1981, Archeologia subacquea. Storia, ricerche,scoperte e relitti, Milano.
Givigliano G.P. 1978, Sistemi di comunicazione e topografia degli insediamenti di età greca nella Brettia, Cosenza.
Givigliano G.P. 1985, s.v. Capo Cimiti, in Bibliografia Topografica della Colonizzazione, IV, pp. 404-407.
Guarducci M. 1967, Epigrafia greca, I, Roma.
Iacopi G. 1952, Capo Cimiti (Crotone). Iscrizione greca, in Notizie Scavi, pp. 167-176.
Jeffery L.H. 1990, The Local Scripts of Archaic Greece. A study of the origin o the Greek alphabet and its development from eighth to the fifth centuries BC, Rev. ed. with suppl. by AW. Johnston, Oxford.
Lazzarini M.L. 1996, Le iscrizioni del Lacinia, in Santuari della Magna Grecia in Calabria, pp. 242-247.
Lazzarini M.L. 2005, Materiali dal santuario di Hera Lacinia, in Magna Grecia, pp. 269-270.
Leone R. 1998, Luoghi di culto extraurbani d’età arcaica in Magna Grecia, Firenze.
Maddoli G. 1984, I culti di Crotone, in Atti Taranto 1983, Napoli, pp. 313-343.
Medaglia S. 2010, Carta archeologica della provincia di Crotone: paesaggi storici e insediamenti nella Calabria centro-orientale dalla Preistoria all’Altomedioevo, RICERCHE. Collana del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, IV, Università della Calabria, Cosenza.
Mele A. 1996, I Culti di Crotone, in Santuari della Magna Grecia in Calabria, pp. 235-238.
Stier H.E. 1938, s.v. Phayllos, in RE XIX, 2, coll. 1903-1904.
ANFORA CORINZIA B
N. rif. MUSAS
KR-03
N. inv.
Descrizione
Anfora integra tipo Corinzia B / magnogreco-siciliota. Orlo a fascia echinoide. Alto collo dal quale dipartono le anse appena sotto il bordo. Corpo globulare tendente al biconico. Fondo con corto puntale tronco.
Le anfore corinzie furono introdotte in buona parte del Mediterraneo verso l’ultimo quarto del VI secolo a.C. con una larga produzione. Si tratta di una tipica anfora da trasporto per la quale sono stati individuati diversi centri di produzione, tra i quali Corinto, Corfu e Sibari.
Nella sua nota classificazione delle anfore corinzie Koehler (1978, 1981, 1992) ha distinto due diverse tipologie di corinzia B:
– la più antica, databile tra il VI e gli inizi del V secolo a.C., caratterizzata da un bordo ispessito con sezione a mandorla, un corpo a forma di “rapa” e un puntale corto e smussato.
– la più recente, databile dal V al III secolo a.C., caratterizzata da un bordo ispessito, quasi triangolare in sezione, un corpo sferico o ovoidale e una piccola punta conica.
Misure
h. cm 47; largh. cm 36; diam. bordo cm 15
Materiale
Terracotta
Collocazione
Museo Archeologico Nazionale di Crotone. Ingresso.
Provenienza
Datazione
V – IV sec. a.C.
Degrado biologico
L’anfora presenza una colonizzazione epilitica localizzata principalmente sulla parte sommitale del collo e sulla porzione inferiore, è invece più diradata ad di sotto delle anse. Si tratta di organismi incrostanti che non producono un degrado di notevole entità: in particolare si osservano vermi marini (policheti serpulidi) con il loro caratteristico tubo calcareo e patine bianche attribuibili a talli di alghe rosse incrostanti (Corallinaceae) formanti una densa incrostazione sul collo e alla base.
Bibliografia
KOEHLER 1978; KOEHLER 1981, pp. 449-458; KOEHLER 1992, pp. 265-283
BIBLIOGRAFIA
Koehler C.G. 1978, Corinthian A and B Transport Amphoras, Ph.D. Dissertation, Princeton University.
Koehler C. G. 1981, Corinthian developments in the study of trade in the fifth century, Hesperia, Vol. 50, pp. 449–458.
Koehler C. G. 1992, A Brief Typology and Chronologyof Corinthian Transport Amphoras, in Greek Amphoras, V.I. Kats and S.Iu. Monakhov (eds.), Saratov, pp. 265-283.
In questa sezione sono inseriti tutti quei reperti che non appartengono a relitti noti oppure non provengono da contesti subacquei di naufragio accertato.
Da sottolineare la presenza di un unicum, rappresentato dal braccio superstite di un ceppo d’ancora litico con dedica di Phaillos che, con buone probabilità, va identificato con il famoso atleta vincitore di numerosi giochi, nonché artefice dell’invio di una trireme che partecipò alla battaglia di Salamina.
Altro oggetto del massimo interesse è costituito da un elmo arcaico di tipo corinzio, rinvenuto nel 1931 assieme a due anfore a sud di Capo Colonna.