Il gruppo scultoreo, di grande pregio, realizzato in età imperiale su un modello ellenistico, probabilmente legato alla scultura rodia di II secolo a.C., raffigurava un Amorino in grembo a una dea seduta su una roccia, Psiche, nell’atto di sfiorarle il seno. La faretra e le frecce del piccolo Eros sono a terra, sul piano del plinto.
La scultura fu rinvenuta nelle acque del porto di Baia, fra i resti del complesso palaziale sommerso, in buono stato di conservazione seppur ormai priva delle teste e di altri elementi importanti.
Il manufatto presenta uno stato di conservazione molto buono, con solo alcune porzioni del basamento e del panneggio caratterizzate da un evidente degrado biologico dovuto all’azione di spugne perforanti endolitiche.
Maniscalco, F. 1997, Ninfei ed edifici marittimi severiani del Palatium imperiale di Baia. Napoli: Massa Editore, pp. 58-59.
Napoli, M. 1950, ‘Il gruppo di Eros e Psyche da Baia’, Rendiconti dell’Accademia di Archeologia di Napoli, 25, pp. 1–14.
Zevi F. (cur.) 2009, Museo archeologico dei Campi Flegrei. Castello di Baia. Napoli: Electa Napoli.