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STATUA DI DIONISO

Rinvenuta nelle acque del porto di Pozzuoli nel 1964, la statua, marmorea, fortemente danneggiata dalla lunga esposizione all’azione degli organismi marini, rappresentava verosimilmente il dio Dioniso.
La posa morbida e flessuosa, i gesti e l’intera figura rimandavano a un modello antico e fortunato, quello dell’Apollo Liceo o Licio di Prassitele, esposto nel ginnasio ateniese, che in età romana era stato infinite volte ripreso, finendo per rappresentare anche altre divinità.

La statua è fortemente degradata ed ha perso gran parte del modellato scultoreo a seguito di rilevanti fenomeni di bioerosione e dell’azione abrasiva del sedimento. La morfologia del degrado diffusa sull’intera superficie del manufatto consente di affermare che la statua sia rimasta esposta per lungo tempo fuori dai sedimenti del fondale, cambiando spesso posizione, movimentata dal moto ondoso.
Sulla superficie sono presenti incrostazioni di colore biancastro dovute allo sviluppo epilitico di organismi bentonici incrostanti quali balani (i così detti denti di cane), serpulidi (vermi marini), briozoi, molluschi e alghe rosse incrostanti. Il degrado più evidente è quello prodotto da spugne perforanti che hanno colonizzato l’intera superficie della statua, la cui presenza di evidenzia con perforazioni circolari e cavità subglobose spesso confluenti tra loro. Particolarmente rilevante è anche l’attacco di molluschi bivalvi che hanno prodotto cavità visibili all’esterno con fori di forma ovale o a 8, di dimensioni variabili. Sono state identificate tre specie: Lithophaga lithophaga (spesso ancora presente all’interno dei fori), Rocellaria dubia (con il caratteristico foro ad 8) e Petricola lithophaga.

Zevi F. (cur.) 2009, Museo archeologico dei Campi Flegrei. Castello di Baia. Napoli: Electa Napoli.

N. rif. MUSASBAI-024N. inv.320487MisureAlt. cm 252MaterialeMarmoCollocazioneMuseo Archeologico dei Campi Flegrei, sala 4ProvenienzaPorto di PozzuoliDatazioneEtà imperialeShare