N. rif. MUSAS |
BAI-023 |
N. inv. |
320486 |
Descrizione |
Replica puteolana di età imperiale, rinvenuta nelle acque del porto di Pozzuoli nel 1972, la statua raffigurava una donna dal capo velato, nell’atto di coprirsi ventre e petto con le braccia; si trattava di una ben nota raffigurazione della Pudicitia, personificazione di una fra le virtù della donna romana.
L’azione degli organismi marini ha pesantemente compromesso la lettura dei dettagli della statua, che fu evidentemente a lungo scoperta dal fondale. |
Misure |
Alt. cm 180 |
Materiale |
Marmo |
Collocazione |
Museo Archeologico dei Campi Flegrei, sala 4 |
Provenienza |
Porto di Pozzuoli |
Datazione |
Età imperiale |
Degrado biologico |
La statua è fortemente degradata ed ha perso gran parte del modellato scultoreo a seguito di rilevanti fenomeni di bioerosione e dell’azione abrasiva del sedimento. La morfologia del degrado diffusa sull’intera superficie del manufatto consente di affermare che la statua sia rimasta esposta per lungo tempo fuori dai sedimenti del fondale, cambiando spesso posizione, movimentata dal moto ondoso.
L’immagine sottostante illustra la dinamica del degrado partendo da una statua integra della stessa tipologia. La superficie mostra diffuse incrostazioni di colore biancastro dovute allo sviluppo epilitico di organismi bentonici incrostanti. Si possono individuare ancora resti ben conservati di balani (i così detti denti di cane), serpulidi (vermi marini), briozoi, molluschi e talli di alghe rosse incrostanti. Il degrado più evidente è quello prodotto da spugne perforanti che hanno colonizzato l’intera superficie della statua, la cui presenza di evidenzia con perforazioni circolari e cavità subglobose spesso confluenti tra loro. Di particolare importanza è anche la diffusione di perforazioni causate da molluschi bivalvi con fori di forma ovale o a 8, di dimensioni variabili fino a 2 cm. In molti casi i gusci dei bivalvi sono ancora presenti all’interno dei fori. Su questa statua sono state identificate tre specie: Lithophaga lithophaga, Rocellaria dubia e Petricola lithophaga. |
Bibliografia |
Davidde B., Ricci S., Poggi D., Bartolini M., 2010. Marine bioerosion of stone artefacts preserved in the Museo Archeologico dei Campi Flegrei in the Castle of Baia (Naples), Archaeologia Maritima Mediterranea; 7: 75-115.
Ricci S., Davidde B., Bartolini M., Priori G. F., 2009. Bioerosion of lapideous objects found in the underwater archaeological site of Baia (Naples). Archaeologia Maritima Mediterranea, 6: 167-188. Zevi F. (cur.) 2009, Museo archeologico dei Campi Flegrei. Castello di Baia. Napoli: Electa Napoli, vol. 2, p. 56.
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