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CEPPO D’ANCORA IN PIOMBO 27

Ceppo d’ancora in piombo a sezione piena con profilo a V aperta. Cassetta rettangolare dotata di perno fisso.

Malgrado il ritrovamento sott’acqua di ceppi in piombo sia praticamente all’ordine del giorno, in realtà non è stato ancora possibile stabilire una seriazione tipologica di questo reperto in grado di delinearne una cronologia attendibile. Certamente l’ancora lignea con ceppo in piombo fa parte della grande categoria delle “ancore a presa”, con il piombo che costituiva il ceppo dalle indubbie caratteristiche utili, quali una bassa temperatura di fusione, un alto peso specifico, una buona deformabilità ed un’ottima resistenza alla corrosione marina.

I ceppi in piombo sono documentati almeno a partire dal IV secolo a.C. Le attestazioni aumentano tra il II secolo a.C. ed il II d.C.1

Le ancore di questo tipo si dividono nelle due grandi categorie con ceppo fisso e mobile. Il ceppo fisso può essere suddiviso, a sua volta, in ulteriori tre sotto-categorie:

a) cassetta dotata di perno in piombo

b) cassetta con perno ligneo

c) cassetta senza perno

In ogni caso il ceppo fisso veniva colato per fusione intorno al fuso dell’ancora. Il suo incasso o cassetta poteva avere diverse forme. Statisticamente prevale quella quadrangolare, ma sono stati rinvenuti ceppi con cassetta rotonda, ovale o quadrata. Le diverse tipologie dell’incasso centrale hanno generato alcune ipotesi su una possibile cronologia2, ma anche l’assenza o presenza del perno all’interno dell’incasso ha condotto ad ipotesi similari3. Attualmente si è più portati a pensare che le suddette caratteristiche siano più rispondenti ad esigenze tecniche piuttosto che ad un’evoluzione cronologica4.

I ceppi di tipo mobile, montati sull’ancora solo quando necessario, non sono stati finora rinvenuti su relitti.

Normalmente la lunghezza di un ceppo in piombo risulta molto vicina a quella della distanza tra le marre dell’ancora. Si va, quindi, dai 30-40 cm di probabili imbarcazioni da pesca ai 3-4 metri delle grandi onerarie5.

Questi reperti recano spesso iscrizioni riferibili al nome della nave, all’armatore o dediche a divinità. Spesso sono ancora leggibili decorazioni a rilievo di tipo dedicatorio o apotropaico.

Schizzo ricostruttivo di ancora con ceppo fisso in piombo. Da notare anche la contromarra dello stesso materiale.

NOTE

1 PALLARES 1961, p. 385

2 Cfr. soprattutto KAPITAN 1971 e 1984.

3 PERRONE MERCANTI 1979; BOTTINI, FRESCHI 1993

4 DELL’AMICO 1999

5 GIANFROTTA, POMEY 1981, p. 306

 

Bottini P., Freschi A. 1993, Sulla rotta della Venus, Catalogo della Mostra – Maratea 1991, Taranto, Martina Franca.

Dell’Amico P. 1999, Storia e archeologia della ancore, in Navi e archeologia. Le ancore, i rostri, le sentine e i timoni, Rivista Marittima, supplemento n. 2, 1999, pp. 9-50.

Gianfrotta P. A., Pomey, P. 1981, Archeologia subacquea. Storia, tecniche, scoperte e relitti, Milano.

Kapitän G. 1971, New evidence of ancient anchors, in Archaeology 24, I, pp. 52-53.

Kapitän G. 1984, Ancient anchors: technology and classification, in International Journal of Nautical Archaeology, 13, 1, pp. 33-44.

Pallares F. 1961, Tipologia y cronologia de las anclas antigas, in Atti del III Congresso Internazionale di Archeologia Sottomarina (Barcellona, 1961), Bordighera 1971, pp. 384-393.

Perrone Mercanti M. 1979, Ancorae Antiquae: per una cronologia preliminare delle ancore del Mediterraneo, Roma.

N. rif. MUSASKAU-27N. inv.R102 (2006, Ass. Kodros)MisureLungh. tot. cm 63; Lungh. bracci 29. Cassetta int. cm 9 x 7.MaterialePiomboCollocazioneGiardino Museo Archeologico dell’antica Kaulon.ProvenienzaRinvenuto fuori dall’area vincolata, in corrispondenza del Km 136 della SS Ionica 106. Comunque disponibile rilevamento GPS.DatazioneA partire dal IV sec. a.C.Share