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TESTA DI SILENO

Fortemente erosa dalla lunga permanenza in ambiente sottomarino, la testa può essere ricondotta all’iconografia di un vecchio Sileno barbuto.
Si tratta di uno dei numerosi elementi scultorei che furono rinvenuti nel 1972 lungo la ripa puteolana, nei pressi del vicus Lartidianus, nella zona in cui era stata identificata un’officina di marmorari, poi sommersa dal mare a causa del bradisismo.

Il manufatto presenta una caratteristica forma di degrado localizzata sulla fronte e sul mento. Si tratta di tracce di bioerosione causate da Policheti perforanti (vermi marini), che lasciano impronte a forma di solchi sinuosi a forma di U. La testa ha subito fenomeni di abrasione da parte dei sedimenti marini che hanno parzialmente levigato la superficie, causandone in parte la perdita di modellato scultoreo, ancora comunque leggibile.

Davidde B., Ricci S., Poggi D., Bartolini M., 2010. Marine bioerosion of stone artefacts preserved in the Museo Archeologico dei Campi Flegrei in the Castle of Baia (Naples), Archaeologia Maritima Mediterranea; 7: 75-115.
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Zevi F. (cur.) 2009, Museo archeologico dei Campi Flegrei. Castello di Baia. Napoli: Electa Napoli, vol. 2, p. 56.

N. rif. MUSASBAI-037N. inv.165478MisureAlt. cm. 15MaterialeMarmo biancoCollocazioneMuseo Archeologico dei Campi Flegrei, sala 36ProvenienzaProvenienza Ripa puteolana (1972)DatazioneEtà imperialeShare