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SARCOFAGO MICROASIATICO

Sarcofago microasiatico in due grandi frammenti separati. Sui lati della parte frontale conservata si osserva una scena in rilievo pertinente al corteggio di Dioniso con una Menade danzante. Sui lati brevi sono stati scolpiti la maschera di un Satiro, un festone ed un grappolo d’uva.

Il sarcofago presenta sui due grandi frammenti colonizzazioni biologiche epilitiche (superificiali) ed endolitiche (interne al materiale). La crescita epilitica è rappresentata soprattutto da tubetti calcarei di diversa morfologia e dimensione prodotti da vermi marini sessili (Policheti) appartenenti a diversi generi. Una grande diffusione hanno avuto anche i talli di alghe rosse incrostanti, talvolta limitati e talvolta più estesi, spesso compatti e densamente ricoprenti. Rari invece sono i gusci di brachiopodi (animali marini provvisti di due valve, di cui una aderente al materiale e l’altra libera) e molluschi bivalvi (Lamellibranchi). La crescita epilitica è presente sia sulle superfici ancora ben conservate (immagine centrale della tavola sottostante), sia su superfici fortemente interessati da attacchi di organismi animali endolitici (spugne e molluschi bivalvi).


Per quanto riguarda la colonizzazione endolitica, il manufatto presenta un’esteso e rilevante fenomeno di degrado operato da spugne perforanti. Questo danno è visibile sotto forma di minute perforazioni circolari isolate e cavità riunite a formare lacune di diversa entità (immagine sottostante). In alcune parti il manufatto ha completamente perduto gli strati superficiali e la bioerosione ha interessato strati sottostanti fino ad alcuni centimetri di profondità.

Un altro fenomeno di degrado di notevole entità è quello causato dalle perforazioni di molluschi bivalvi. Sono visibili fori di dimensioni variabili fino a 2 cm di diametro, alcuni dei quali conservano ancora i gusci degli esemplari responsabili del degrado (come si evince dall’immagine sottostante). Sulla base della morfologia dei fori e del rinvenimento dei resti dei molluschi, questa bioerosione è stata attribuita alle specie Lithophaga lithophaga (comunemente nota come dattero di mare) e Rocellaria dubia.

ARATA 2005, pp. 155-156; MEDAGLIA 2008, p. 116; MEDAGLIA 2010, p. 340.
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N. rif. MUSASCAPCOL-04MisureLungh. tot. presunta cm 230 ca.; h. cm 113MaterialeMarmo biancoCollocazioneSabbiera interna Museo Archeologico Nazionale di Capo ColonnaProvenienzaRelitto Seleno EstDatazioneII- prima metà del III sec. d.C.Share