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ANCORA LITICA

Ancora litica a forma di “ciambella”. Pietra poco compatta di colore grigio chiaro con venature azzurrognole. Anello in pietra con presa apicale quadrata. Le cerchiature, sia quella interna che quella esterna, non sono a compasso. Non si può escludere un utilizzo del manufatto in operazioni di pesca, come corpo morto per l’appesantimento di reti (1.

L’ancora presenta una superficie erosa dal moto ondoso e dal sedimento, con una sporadica presenza di organismi epilitici incrostanti. Si osserva la presenza di policheti serpulidi con il loro caratteristico tubo calcareo.

MEDAGLIA 2002, p. 177

1 Cfr. PULAK, TOWNSEND ET AL. 1987, p. 40, fig. 8 (esemplare in marmo, con presa apicale alloggiante due fori).

 

BIBLIOGRAFIA

Medaglia S. 2002, Materiali erratici dal mare di Kaulonia, in Archeologia Subacquea, Studi Ricerche, Documenti, III, pp. 163-185.

Pulak C., Townsend R.F., Koehler K.G., Wallace M.B. 1987, The Hellenistic Shipwreck at Serçe Limanı, Turkey: Preliminary Report, in American Journal of Archaeology 91, No. 1 (Jan., 1987), pp. 31-57.

Molti studiosi si sono cimentati nello studio delle c.d. ancore litiche1. Tra essi Honor Frost, Dan E. McCaslin, Alessandra Nibbi, Shelley Wachsmann e János Attila Tòth hanno elaborato delle cronologie e tabelle spesso tra loro contrastanti2. Possiamo comunque affermare che questa tipologia, proprio per la sua semplicità, è indubbiamente assai antica ed è riscontrabile fin dall’età del Bronzo, come testimoniano gli esemplari rinvenuti nel santuario di Ugarit3. Certamente non circoscrivibile solo a questo periodo, come affermato da McCaslin, visto che i relitti di Antidragonera e di Ognina D ne hanno restituito alcune4. Un discorso analogo vale per le teorie della Frost, che alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso le voleva impiegate solamente sulle navi fenice e abbandonate nell’età del Ferro a causa del peso5.

A dimostrazione che questa particolare tipologia di ancora ha avuto un utilizzo cronologicamente ampio possiamo menzionare i reperti di epoca medievale (XIV secolo), con uno o più fori, pubblicati da Avner Raban e provenienti dal porto di Cesarea da stratigrafie certe e sigillate6. Sempre Raban ne documenta l’uso in Italia anche in anni recenti7.

E’ certo, inoltre, che molti di questi reperti abbiano avuto usi alternativi a quelli più intuitivi dell’ancoraggio. Forme particolari sembrerebbero ricondurre più ad utilizzi legati alla pesca come corpi morti o a pietre da trebbiatura reimpiegate8.

NOTE

1 In Italia ci piace ricordare Piero Alfredo Gianfrotta con Patrice Pomey, Gerard Kapitän ed Edoardo Riccardi (GIANFROTTA, POMEY 1981; KAPITÄN 1984; RICCARDI 1996)

2 FROST 1973; MCCASLIN 1980; NIBBI 1993; WACHSMANN 1998; TÒTH 2002.

3 FROST 1969.

4 Entrambi relitti del IV secolo a.C. Cfr. KOURKOUMELIS 2000, p. 241 e 2004; GIBBINS 2001, p. 225

5 FROST 1997. Le ipotesi di McCaslin e della Frost sono state discusse e messe in dubbio da altri studiosi. Cfr. ad esempio GIANFROTTA 1983; KINGSLEY 1996; ID. 1994; RABAN 2000.

6 RABAN 2000

7 Vd. anche RABAN 2000.

8 Vd. anche GIANFROTTA 1983 e GALASSO 2000, pp. 265-282

 

BIBLIOGRAFIA

Frost H. 1969, The stone anchors of Ugarit, in Ugaritica 6, pp. 235-245.

Frost H.1973, Anchors, the potsherds of marine archaeology: on the recording of pierced stones from the Mediterranean, in D.J. Blackman (Ed.), Marine Archaeology, London, pp. 397-406.

Frost H. 1997, Bronze age stone anchors (Eastern Mediterranean), in J.P. Delgado (Ed.), Encyclopaedia of Underwater and Maritime Archaeology, London, pp. 74-75.

Galasso M. 2000, Ancore di pietra fra archeologia ed etnografia, in Archeologia Postmedievale, 4, pp. 265-282

Gianfrotta P. A., Pomey P. 1981, Archeologia subacquea, storia, tecniche, scoperte e relitti, Milano.

Gianfrotta P.A. 1983, Recensione a Dan E. McCaslin: Stone Anchors in Antiquity, in Gnomon 55, pp. 336-339.

Gibbins D. 2001, Shipwreck and ellenistic trade, in Zofia H.A., Davies J., Gabrielsen V., Oliver G.J. (eds.), Hellenistic Economies, , London-New York,

Kapitän G. 1984, Ancient Anchors – Tecnology and Classification, in IJNA 13.1, pp. 33-44

Kingsley S.A., Raveh K. 1994, Stone anchors from Byzantine contexts in Dor Harbour, Israel, in IJNA 23, pp. 1-12

Kingsley S.A., Raveh K. 1996, The Ancient Harbour and Anchorage at Dor, Israel. Results of the underwater surveys 1976-1991, BAR Int. Series 626, Oxford.

Kourkoumelis D. 2000, The Antidragonera Wreck (Kythera, end of 4th century BC), Island in Archaeology: Vorgeschichte, Klassische Antike, Mittelalter, Neuzeit (Internationaler Kongress 10-12 Juli 1998, Starnberg), in Archäologie unterWasser 3, München,

Kourkoumelis D. 2004, Les ancres pyramidales en pierre. Problèmes et techniques d’ancrage des navires au IV siècle av. J.-C., in Brun J.P., Philippe J. (Eds.), Texnai. Techniques et societès en Mèditerranèe, Paris, pp. 649-661.

Mccaslin D.E. 1980, Stone Anchors in Antiquity: Coastal Settlements and Maritime Trade-Routes in the Eastern Mediterranean ca. 1600-1050 B.C., Göteborg.

Nibbi A. 1993, Stone anchors: the evidence re-assessed, in The Mariner’s Mirror 79, pp. 5-26.

Raban A. 2000, Three-hole composite stone anchors from a medieval context at Caesarea Maritima, Israel, in IJNA 29.2, pp. 260-272.

Riccardi E. 1996, Ancore, in Ciciliot F. (ed), Navalia – archeologia e storia, Savona, pp. 9-30

Tòth J.A. 2002, Composite stone anchors in the ancient Mediterranean, in Acta Archaeologica Academiae Scientiarum Hungaricae 53, pp. 85-118.

Wachsmann S. 1998, Seagoing Ships and Seamanship in the Bronze Age Levant, College Station- London .

N. rif. MUSASKAU-10N. inv.78634MisureAlt. cm 46; diam. est. circonferenza cm 38; diam. int. circonferenza cm 23; largh. corpo lungo l’anello in med. cm 7,7; alt. presa cm 16; diam. foro presa cm 5,3.MaterialePiomboCollocazioneGiardino Museo Archeologico dell’antica KaulonProvenienzaMonasterace (RC). Tratto di costa tra la fiumara Assi e il tempio dorico dell’antica Kaulonìa.Share