La passione sviluppata dalle classi più abbienti di Roma tardo-repubblicana nei confronti di opere d’arte provenienti dal mondo greco causò, come è noto, dopo un’iniziale smaniosa e collezionistica caccia agli originali, la nascita di un fiorente mercato di copie: molte delle sculture più rappresentative della Grecia antica, e in particolare dei modelli classici ed ellenistici legati a figure emblematiche come Fidia, Policleto, Prassitele, Skopas, sono a noi note, oltre che per svariati cenni e descrizioni nelle fonti letterarie, proprio per la grande quantità di repliche prodotte in età romana per committenti dal gusto più o meno raffinato e dalle conoscenze più o meno approfondite.
Per l’eccezionale concentrazione di ville marittime e residenze di lusso sviluppatasi intorno al lacus Baianus e lungo l’intera costa flegrea, non c’è da stupirsi se proprio a Baia venne a radicarsi una serie di officine di copisti in grado di replicare infinite volte i più noti fra i capolavori dell’arte greca. Capita così che fra i rinvenimenti subacquei si riconoscano statue già abbondantemente note nelle collezioni degli antiquari romani, oltre che, secondo l’uso antico, repliche decontestualizzate e trasformate in bocche di fontana e banali decorazioni per giardini privati.
Tra le copie di maggior interesse, conservate presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, si segnalano una pregevole Testa di Amazzone, una Statua del tipo detto Hera Borghese, una Statua di Tyche, forse parte di un’Artemide, un’erma barbata, un Eracle giacente, un torso di Eros, un’Atena del tipo Vescovali-Arezzo, un raffinato Gruppo di Psiche ed Eros.
BIBLIOGRAFIA
Zevi, F. (2009) Museo archeologico dei Campi Flegrei. Castello di Baia. Napoli: Electa Napoli.